La Valtènesi e i suoi vini. - Cibo Di Mezzo

La Valtènesi e i suoi vini.

La Valtènesi e i suoi vini.

Che il suo nome derivi da Vallis Atheniensis per una colonia di esuli ateniesi qui stabilitisi, ma Carla Boroni commenta che questa storia  «ha il sapore del mito, anzi della leggenda», che se ne trovino tracce come plebs tenensis in documenti datati 1145 o provenga dalla «voce medievale tensa che significa tesa, luogo di cattura degli uccelli con le reti», ancora la storica Boroni, poco aggiunge alle caratteristiche uniche di questa zona collocata nel centro dell’anfiteatro morenico, sulla riva bresciana del lago di Garda tra Desenzano e Salò.

Sorta di frazione del Mediterraneo incuneatasi nell’alta val Padana, ha microclima unico per queste latitudini: la coltivazione di vite, olivo e soprattutto  agrumi e capperi ne dimostrano in modo concreto le sue peculiarità. Tra queste colture la vite trova particolare collocazione dando origine a vini a cui il vitigno Groppello assicura precisa identità.

vigneti e uliveti Valtènesi

veduta aerea azienda agricola Pasini San Giovanni

Dopo varie denominazioni vinicole succedutesi nel corso degli anni, l’ultima pare essere quella definitiva nonché in grado di descrivere correttamente la realtà vitivinicola del territorio: Riviera del Garda Classico con la zona Valtènesi a rappresentare il vertice produttivo di un’ideale piramide. E il Valtènesi Chiaretto – Groppello, Marzemino, Barbera, Sangiovese – la tipologia, dovuta a Pompeo Molmenti, senatore del regno d’Italia, che maggiormente ne esprime natura e potenzialità. Colore rosa tenue, profumi fini, eleganti, sentori floreali e fruttati, sapore secco, sapido, fine, sono il quadro delle sue attuali caratteristiche. Colore, profumi e sapori che lo rendono unico, vino di una notte, dal breve tempo di macerazione sulle bucce, fascinoso e moderno.

Abbandonate pressoché totalmente mollezze e intensità cromatiche che in passato abbondavano nella tipologia, ora è vino rosato elegante, fresco ed equilibrato capace di affrontare l’estate successiva alla vendemmia e non solo, la sua commercializzazione non può avvenire prima del 14 febbraio, senza problema alcuno, si presta a più di un abbinamento. Di fatto la versatilità è una delle sue non poche doti: dai pesci d’acqua dolce, anche in preparazioni complesse, a quelli di mare in zuppe leggere, da salumi delicati a carni bianche, da formaggi a pasta tenera – robiole, formaggelle  bresciane – a classici come pizza e prosciutto e melone.

(a cura di Carlos Mac Adden. Foto: archivio Pasini San Giovanni)

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